Mario Morigi nasce il 27 maggio a Cesena nel popolare quartiere della Val d'Oca. A causa delle ristrettezze economiche della famiglia abbandona presto gli studi e si impiega presso una tipografia del luogo.

A contatto con piombi, inchiostri, colori e carte, il giovane Mario matura una naturale creatività che lo porta in breve tempo a cimentarsi, oltrechè nella grafica, nella produzione di ceramica, nella pittura e nella scultura.

 

Poco più che ventenne apre uno studio di pittura nel vecchio torrioncino della Portaccia, sul torrente Cesuola a Porta Santa Maria, da lui ribattezzato la Porziuncola, già utilizzato come bottega di ceramica dal faentino Leonardo Castellani durante il suo breve soggiorno a Cesena.

Proprio la Porziuncola diviene presto il punto d'incontro per l'ambiente culturale locale, una sorta di piccolo cenacolo di giovani artisti "scapigliati".

 

Proficui per Morigi sono i sodalizi con Malmerendi, con il pittore toscano Gino Conti, per qualche tempo attivo in ambito cesenate, e con Pier Pacchioni, poeta, pittore e grande amico di storie goliardiche.

Il giovane artista manifesta uno spirito irrequieto e versatile, cosicché una certa varietà di interessi ed una forte propensione alla sperimentazione, caratterizzano la prima fase della sua attività.

Anche in seguito, Morigi, conserverà una peculiare inclinazione eclettica, passando indifferentemente, dalla pratica pittorica a quella plastica, dalla grafica alla ceramica, transitando, dal quadro di genere ai temi impegnati della arte sacra o alla scultura caricaturale.

Quest'ultima, con la quale Morigi si dilettava, era un suo modo per esprimere familiarità verso l'abituale frequentatore della Porziuncola.

 

Sul finire degli anni '20, in occasione di una sua mostra, conobbe lo scultore bolognese Cleto Tomba che gli restò amico per sempre.

E' nel 1927 la prima esposizione a Cesena al Caffè Forti con opere di pittura e scultura, stessa sede nel 1931, con una mostra dedicata però alle caricature. una figura che predomina nella vita e nell'arte di Mario Morigi, il Santo di Assisi, al quale ha dedicato in ogni momento della sua lunga attività, omaggi sia in scultura sia in pittura.

 

E' questo, uno dei periodi più interessanti dell'intero percorso creativo di Morigi. Alla ricerca di una propria espressività, l'artista dipinge opere talora segnate da un'aura metafisica, ed altre con esiti di valori plastici, oltre che una folta serie di dipinti a base monotipica fra i quali spicca La Raccolta delle Olive del '45.

 

Passata la guerra si trasferisce nell'altana della Porta di San Martino. L'atmosfera è diversa dalla Porziuncola, Morigi passa molto tempo fuori, all'aperto, al fiume a pescare, sulle aie, parla con i contadini, respira l'aria delle cose semplici, gli animali, i pagliai con i quali si fonde in colloqui solitari.

 

Verso la metà degli anni '50, Alberto Rognoni invita Morigi a Milano, (così descrive Bonicelli nel Ricordo di Mario), fu una breve parentesi ma che gli servì per allestire le sale del ristorante "A Riccione" della città meneghina con grandi opere a soggetto marinaresco. In quell'occasione l'artista cesenate capì che Milano, la grande città non era per lui, lui che amava la semplicità e la tranquillità della sua Cesena e ritornò, rinunciando  così forse ad un avvenire artistico di maggior rilievo.

 

Autore di poesie, oltre che di una gran quantità di opere pubbliche, fra cui: i Pannelli di Arte Sacra per la chiesa di Lido degli Estensi, il Martirio di San Lorenzino per la Casa di Cura S. Lorenzino di Cesena, la Pietà, bronzo posto all'ingresso dell'Ospedale Civile di Mercato Saraceno, il monumento al corridore Geminiani presso il cimitero di Lugo e ancora i Pannelli in ceramica posti sulla facciata del camposanto cesenate o il medaglione dedicato ad Alessandro Bonci per il Teatro di Cesena.