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VITTORIO  BONICELLI

IL RICORDO DI MARIO

"ARTE E POESIA DI MARIO MORIGI" a cura di Orlando Piraccini - Cesena 1984

  


   

Quanto fosse bella Cesena, non lo sapevamo. Quel vecchio centro di medioevale disegno e scomodità, stretto dalla cintura dei viali; i tigli, i platani, gli ippocastani; la campagna che arrivava fino alle porte, le vigne che calavano giù dal Monte fino alla mura avvolgendo i conventi, la misteriosa continuità dei portici (non ancora bucati, troncati, sfigurati dalle attuali "gallerie"); il superiore decoro della edilizia ottocentesca. Aveva una identità culturale. E di questa identità Mario Morigi era un segno distintivo, importante. Tutte queste cose avremmo capito "dopo".

 

...Comunque arrivammo al famoso studio sulla Cesuola. Ho solo un ricordo preciso: l'odore della plastilina e la delusione di non trovarci delle ragazze. Era il residuo della vecchia leggenda: si favoleggiava di modelle tratte dal "camerone" (l'albergo dei poveri che stava di rimpetto allo studio, nella realtà soltanto una vergogna cittadina e nella fantasia una sorte di corte dei miracoli) e di grandi dame o damigelle della aristocrazia un pò bianca e un pò nera dell'epoca, attratte in quel luogo dal loro stesso snobismo (nonché dal fascino personale di Mario, che non doveva essere peraltro trascurabile).

Fosse il caso o la volontà precisa di Mario, io non ne ho mai vista nemmeno una: né di una specie né dell'altra. La "società della Cesuola" era viceversa puritana, androgino, fratesca. Mario, aveva già la mania, come dire?, della conventualità; facendo una certa confusione fra la sua personale, sincerissima devozione francescana, che l'avrebbe accompagnato tutta la vita, ed una certa scenografia.

Niente donne dunque, e invece colori, tele, raschietti, bulini, legni e linoleum da incidere, e tanta creta bagnata da modellare, tanta plastilina (che doveva essere costosissima). Insomma, cose.

Cose da usare, da trasformare. La "civiltà delle cose". Il piacere della manualità. Non sorridete, ragazzi di oggi, voi avete tutto e potete comprare tutto; ma proprio per questo dubito che possiate avere quello che abbiamo avuto noi gratuitamente. E poi un particolare modo per noi nuovissimo, di procedere nel discorso: dal disegno del fiore al fiore, dal modellato alla gallina, al pollaio, al podere, alla mezzadria; dai dai vestiti del frate al problema di Dio. La scuola da cui uscivamo, di stampo umanistico, non ci aveva abituato a questo.

Insomma quella che Mario ci offriva era, in termini attuali, una "alternativa". che non valeva tanto in sè quanto per il modo dell'offerta. Mario metteva a disposizione tutto e senza chiedere niente. Neanche che uno dei nostri genitori comprasse un quadro.

  


Gli studi utilizzati nella carriera da Mario Morigi:

 

Palazzo Turchi - [1]

Torre di San Martino - [1] - [2] - [3]

Casa Renato Serra - [1] - [2]

 

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